Tra le difficoltà principali che le aziende agricole devono affrontare c'è la carenza di manodopera. Anche nelle imprese che necessitano di meno lavoratori, come quelle seminative, mancano trattoristi e operai. Mentre in altri settori, come l'orticoltura o la viticoltura, la carenza è cronica e gli imprenditori lamentano la difficoltà di trovare personale, anche non italiano.

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Per sostenere l'inclusione di lavoratori regolari nel settore agricolo e andare incontro alle esigenze della categoria, il Governo ha introdotto una nuova tipologia di contratto: il lavoro occasionale agricolo. Per capire come funziona e quali sono i pro e i contro di questo strumento abbiamo chiesto consiglio ad Andrea Fiumi, consulente del lavoro di ConsulenzaAgricola.it.

 

"Il contratto di lavoro occasionale è stato pensato per far emergere chi presta la propria opera nelle aziende agricole per un periodo limitato di tempo e magari oggi lo fa in nero o con strumenti non adeguati", spiega Fiumi.

 

"Aspetto fondamentale da sottolineare è che il lavoratore che stipula un contratto di lavoro occasionale è a tutti gli effetti un lavoratore dipendente con contratto di tipo subordinato. In passato invece, con il vecchio approccio al lavoro occasionale, come anche ai voucher, il lavoratore era inquadrato come un prestatore d'opera che metteva a disposizione il proprio lavoro in forma saltuaria".

 

La conseguenza di tale novità è che il lavoratore occasionale gode di tutti i diritti ed obblighi del lavoratore dipendente con contratto di lavoro subordinato. Al momento dell'assunzione, dunque, l'azienda agricola deve far firmare un regolare contratto, versare i contributi all'Inps, versare i contributi all'Inail, fornire le buste paga e tutto il resto, proprio come farebbe a un lavoratore dipendente.

 

Quali sono dunque i vantaggi di questa formula? "Dal punto di vista delle aziende agricole c'è uno sconto del 68% per quanto riguarda i contributi previdenziali e dunque si ha un notevole risparmio economico. Per i lavoratori, invece, il vantaggio è che i redditi da lavoro agricolo occasionale non sono cumulabili con altri redditi, compresa la pensione o l'assegno di cassa integrazione".

 

Il reddito ottenuto da un contratto di lavoro occasionale, benché tassato normalmente, non concorre infatti alla determinazione del reddito personale. Questo è un vantaggio importante per quei soggetti che hanno tetti o limitazioni di reddito. Grazie a questo contratto questi soggetti possono lavorare in agricoltura senza perdere i diritti di cui godono.

 

Ma attenzione, perché il contratto di lavoro occasionale può avere una durata massima di quarantacinque giorni all'anno ed è dunque pensato per quelle attività circoscritte nel tempo, come ad esempio la vendemmia. Inoltre, il lavoratore non deve aver avuto un contratto nel settore agricolo negli ultimi tre anni, a meno che non fosse proprio un contratto di lavoro occasionale. "In questo modo, di fatto, vengono escluse tutte quelle persone che hanno esperienza nel settore", sottolinea Fiumi.

 

Sul fronte dell'azienda agricola, è fatto divieto l'utilizzo di questo strumento ai datori di lavoro agricolo che non rispettano i contratti collettivi nazionali e provinciali di lavoro stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, oltre ad essere in regola con il Documento Unico di Regolarità Contributiva (Durc).

 

A chi si rivolge dunque questo genere di contratto? Per accedere occorre essere disoccupati, percettori della Nuova Prestazione di Assicurazione Sociale per l'Impiego (Naspi), percettori di ammortizzatori sociali (come cassa integrazione), giovani sotto i venticinque anni, detenuti o persone soggette a restrizioni della libertà individuale.

 

"Per i vincoli che sono stati inseriti questo è un contratto che potrebbe essere interessante per un pensionato oppure per un lavoratore in cassa integrazione o in una delle condizioni sopra descritte. Tuttavia, a causa del limite dei quarantacinque giorni, trovo difficile che tale formula possa essere concorrenziale rispetto al lavoro in nero di cui, ahimè, soffre questo Paese. I voucher erano sicuramente uno strumento molto più agile e appetibile, anche se non mancavano delle criticità".

 

Quali sono dunque oggi le alternative che ha davanti un'azienda agricola che intende avvalersi del lavoro di un soggetto esterno? "La formula principale è quella di un contratto, a tempo determinato, secondo quanto stabilito dal contratto nazionale del lavoro agricolo, che offre estrema flessibilità e risponde bene alle necessità e caratteristiche del comparto. In alternativa, nel caso in cui il lavoratore sia un pensionato o un cassaintegrato, il contratto di lavoro occasionale può essere una interessante opportunità", conclude Andrea Fiumi.

 

Riassumendo, i requisiti che deve avere il lavoratore per poter accedere ad un contratto di lavoro occasionale sono:

  • Essere disoccupato, percettore di Naspi, percettore di ammortizzatori sociali (come cassa integrazione), giovane sotto i venticinque anni, pensionato, detenuto o soggetto a restrizione della propria libertà individuale.
  • Non aver lavorato in agricoltura negli ultimi tre anni.

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