L'Italia produrrà nel 2024 non più di 3,5 milioni di tonnellate di grano duro, questa la stima del Crea - che conferma il dato diffuso da Coldiretti e Cai il 15 maggio scorso. Sul banco degli imputati la riduzione delle superfici coltivate - frutto della diminuita redditività della coltura - e le rese più basse indotte dalla siccità in Sicilia e Puglia.

 

È quanto è emerso da una prima analisi sulle previsioni della produzione di grano duro attesa in Italia e nel mondo presentate ieri, 16 maggio 2024 alla Camera di Commercio di Foggia, nell'ambito dell'edizione 2024 dei Durum Days, l'evento internazionale organizzato dai principali protagonisti del comparto, a poco meno di un mese dall'inizio delle operazioni di raccolta nei campi. L'iniziativa è organizzata e promossa da Assosementi, Cia - Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Fedagripesca Confcooperative, Compag, Italmopa e Unione Italiana Food, con il patrocinio della Siga, Società Italiana Genetica Agraria, la collaborazione del Crea e la partecipazione tra i relatori di Areté e Igc, International Grains Council, e degli sponsor BASF e Corteva.

 

Il calo produttivo del 2024: -8% sul 2023

Più in dettaglio, nel 2024 la produzione nazionale di grano duro dovrebbe attestarsi, secondo le previsioni del Crea, intorno a 3,5 milioni di tonnellate, con un decremento del 10-15% rispetto alla media di lungo periodo e un calo dell'8% su base annua. Ad incidere in maniera significativa sul calo produttivo, oltre alla riduzione della superficie coltivata e alle difficoltà legate alle tensioni internazionali, sono state le condizioni climatiche sfavorevoli, che hanno interessato principalmente l'areale meridionale di coltivazione; molto complicata, infatti, è la situazione della Sicilia, soprattutto se confrontata con la produzione dello scorso anno, così come quella della Puglia e della Basilicata, il cui potenziale produttivo è stato in parte compromesso.

 

In tutto il resto delle regioni italiane, invece, le condizioni della coltura sono ottime e le stime produttive risultano molto buone. In queste aree l'unica incognita è legata all'andamento meteorologico delle prossime settimane, che potrebbe compromettere lo stato fitosanitario della coltura.

 

Produzioni in crescita dal Canada alla Turchia

Rispetto al quadro internazionale sulle produzioni mondiali di grano, delineato dagli analisti di Areté, dopo il calo dello scorso anno, le produzioni di grano duro a livello mondiale quest'anno sono globalmente viste in ripresa, con aumenti nell'ordine del 10%, grazie alle maggiori produzioni di importanti Paesi esportatori: Canada (+40%), Stati Uniti (+25%), Russia (+20%), Turchia (+5%). Si tratta di aumenti che contribuiranno a incrementare le scorte finali di grano duro a livello globale per valori anche superiori all'8-10%, percentuale che rappresenta il dato di consenso degli analisti. Le scorte finali resteranno tuttavia lontane dalle medie di lungo periodo. Tale contesto spiega bene le ragioni per cui i prezzi si manterranno lontani dai picchi registrati nelle ultime campagne, pur restando a valori storicamente alti.

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Italmopa, importazioni necessarie

"Quando affrontiamo il tema delle importazioni dobbiamo innanzitutto ricordare che la produzione italiana di frumento duro risulta strutturalmente deficitaria, in misura del 40%, rispetto alle esigenze quantitative, e talvolta qualitative, dell'industria molitoria nazionale, la quale deve, a sua volta, rispettare i rigidi capitolati predisposti dall'Industria pastaria per ottenere un prodotto, la pasta, fiore all'occhiello dell'agroalimentare italiano" afferma Vincenzo Martinelli, presidente della Sezione Molini a Frumento Duro Italmopa - Associazione Industriali Mugnai d'Italia in occasione dei Durum Days. "È un elemento, questo, che non viene percepito" continua Martinelli "sicché si tende a criminalizzare le importazioni quando in realtà risultano imprescindibili e non alternative alla produzione nazionale".

 

"La produzione nazionale di frumento duro, peraltro, è da sempre totalmente assorbita dall'industria molitoria italiana anche quando, come nell'ultima campagna, non risulta essere di buona qualità. Questo è reso possibile grazie alla straordinaria quanto riconosciuta capacità dei mugnai italiani di selezionare e miscelare i migliori grani del mondo, per ottenere semole di assoluta qualità rispondenti alle esigenze dei pastai, a conferma di come l'origine della materia prima non ne determini necessariamente la qualità" ribadisce Martinelli.

 

Cia, buona notizia per Granaio Italia

Pronta la risposta di Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia e vicepresidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, che nei giorni scorsi aveva definito il grano duro italiano "sotto attacco" a causa del deprezzamento delle quotazioni, indotto dai continui sbarchi di frumento duro estero a basso costo e che mette all'incasso "Le rassicurazioni fatte pervenire dal ministro Francesco Lollobrigida e dal sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra rispetto al prossimo avvio di Granaio Italia". Per Sicolo tali rassicurazioni "sono una notizia positiva".

 

E Sicolo inoltre afferma: "Cia-Agricoltori Italiani di Puglia auspica che il Governo, anche alla luce di quanto è emerso oggi durante il Durum Days di Foggia, voglia avviare al più presto il Registro Telematico e tutte le misure di Granaio Italia, come dagli accordi scaturiti da oltre sei mesi di interlocuzione con il sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra, che ha sempre assicurato la massima collaborazione".

 

Sicolo ha inoltre sottolineato: "Occorre dare risposte ai produttori di grano italiano e ai consumatori della filiera grano-pasta. La ricerca, l'innovazione e lo sviluppo come primo e fondamentale presupposto hanno la giusta redditività per le aziende agricole. Oggi la redditività non è garantita, per questo motivo le semine diminuiscono, le difficoltà economiche aumentano per tutto il settore, così come i costi di produzione. Occorre uscire al più presto da questa tempesta perfetta e programmare il futuro della cerealicoltura e di tutta l'agricoltura italiana sulla base di regole certe, che vengano rispettate da tutti gli anelli della filiera nello stesso modo in cui sono rispettate, con sacrifici enormi e grande rigore, da tutti i nostri agricoltori".

 

Assosementi, serve incrementare l'uso di sementi certificate

"Il seme certificato è l'elemento imprescindibile per assicurare la piena salubrità e tracciabilità di produzioni altamente strategiche come la pasta. Il settore sementiero gioca sotto questo aspetto un ruolo fondamentale a supporto del comparto del grano duro. Il nostro obiettivo è di accrescere notevolmente l'impiego del seme certificato sulle superfici coltivate. Questo deve rappresentare un traguardo per tutto il sistema produttivo, per elevare ulteriormente la qualità delle proprie produzioni e rispondere in maniera sempre più precisa alle richieste dell'industria della pastificazione" ha dichiarato Andrea Demontis, presidente della Sezione Costitutori di Assosementi, nel corso del suo intervento a Durum Days.

 

Crea, i cerealicoltori hanno bisogno della ricerca

Per Nicola Pecchioni, direttore del Crea - Cerealicoltura e Colture Industriali, le aziende cerealicole, per affrontare la crisi climatica "hanno bisogno di stabilità di produzione e qualità e la genetica assieme alla rivoluzione digitale in agronomia possono davvero rappresentare la svolta. Il genoma del grano duro, infatti, non è stato soltanto decifrato, ma costituisce oggi una risorsa per nuovi modelli di selezione basati sulla conoscenza del Dna e facilita lo sviluppo delle Tea, Tecnologie di Evoluzione Assistita".

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Crea, l'innovazione varietale arriva dalla genomica

Le ricerche in corso presso la sede Crea di Foggia stanno sfruttando le nuove tecnologie Ngs, Next Generation Sequencing, per caratterizzare l'agrobiodiversità coltivata del grano duro e successivamente identificare il ruolo che le diverse varianti genetiche hanno sui caratteri importanti per la produzione, come, per esempio, quelle che regolano le fasi del ciclo del grano, le resistenze a tre diverse specie di ruggine (malattie fogliari del grano), la pigmentazione della granella per lo sviluppo di alimenti funzionali: tutte individuate e pubblicate in riviste scientifiche internazionali.

 

Il Crea gioca poi un ruolo di primo piano, con i centri Genomica e Bioinformatica e Cerealicoltura e Colture Industriali, partecipando ai consorzi internazionali di ricerca che intendono ampliare la base di conoscenze del genoma di grano duro, sequenziando il codice di quelle varietà che hanno fatto la storia del miglioramento genetico, tra cui la varietà Senatore Cappelli. Il risultato sarà il pangenoma, cioè un atlante per studiare e caratterizzare su scala globale le variazioni genetiche alla base delle differenze tra le diverse varietà e specie.

 

Tappa precedente al pangenoma, la revisione "platinum" del genoma sequenziato del grano duro. Approfittando di tecnologie di sequenziamento di lunghe molecole di Dna, l'assemblaggio è risultato più accurato e completo. All'interno del consorzio, il Crea Cerealicoltura di Foggia ha individuato tra i network di interazione fra le migliaia di geni del grano, un cosiddetto "master regulator" fondamentale per la resistenza a siccità, un gene chiave che a cascata ne regola altri, che a loro volta, ne regolano molti altri.

 

Sono questi i geni sui quali al Crea sono applicate le Tea, Tecnologie di Evoluzione Assistita, mediante la generazione di piccole ma mirate varianti, che modulano l'espressione e quindi l'efficacia dei geni di resistenza agli stress e, così facendo, aumentano la sostenibilità di coltivazione dei nuovi genotipi.

 

Crea, sviluppi nella cerealicoltura digitale

Importanza cruciale per l'innovazione assumono, poi, le informazioni di tipo digitale sulle caratteristiche del suolo e del grano. Grazie alle informazioni raccolte da satellite e a quelle raccolte in prossimità, è possibile oggi sviluppare modelli predittivi di resa, programmi di miglioramento genetico, gestione tempestiva e mirata delle operazioni agronomiche. Applicando le tecnologie digitali al miglioramento genetico, il Crea di Foggia ha sviluppato modelli mediante tecniche di machine learning ed intelligenza artificiale, per predire diversi caratteri tra cui la durata delle fasi del ciclo di vita del grano, l'altezza, la biomassa e la resa, aggiungendo uno strumento agli altri già disponibili per costituire nuove varietà.

 

Al Crea si realizzano anche mappe di umidità dei suoli nelle zone di coltivazione del grano, tramite immagini da satellite e validazione sul campo, e recentemente è stato completato con successo il progetto AdP4Durum, finanziato dalla Regione Puglia, che ha reso disponibili le tecnologie della agricoltura di precisione alle aziende cerealicole specializzate.